Castello di Giulio II

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Il Cardinale Giuliano della Rovere, futuro pontefice Giulio II (1503-1513), fece erigere la struttura tra il 1483 ed il 1486, a difesa dell’ultima ansa del Tevere. Il sito costituiva, infatti, un punto strategico primario per il controllo dei traffici doganali lungo il corso navigabile del fiume e per la presenza delle saline, delle quali la Curia deteneva il monopolio.

 

I lavori di costruzione di quello che rappresenta uno dei primi esempi di architettura militare rinascimentale furono affidati all’architetto fiorentino Baccio Pontelli, che usufruì in notevole quantità di materiale proveniente dalle rovine di Ostia Antica. La scelta di una particolare pianta, avente forma di triangolo scaleno, non fu dettata solo dalla conformazione del terreno e dall’andamento del Tevere, ma dall’esigenza di inglobare una torre preesistente, costruita sul luogo sempre a scopi difensivi per volere del pontefice Martino V (1417-1431), facendola divenire il mastio della nuova costruzione.

 

Il complesso architettonico è caratterizzato da un sistema perimetrale di casematte (camere da sparo nelle quali è ancora ben visibile un piccolo bagno per i soldati) che collega il torrione principale ad altri due torrioni, da un rivellino e da un ampio fossato circostante. Tutti gli ingressi erano muniti di ponti levatoi e quello sul rivellino presenta ancora i solchi della saracinesca.

 

Durante gli anni del pontificato di Giulio II, la valenza strategico-militare della struttura fu parzialmente attenuata dall’aggiunta di ambienti residenziali sul lato occidentale del cortile e di uno scalone monumentale, articolato in tre rampe, sulle cui volte e pareti sono visibili tuttora tracce di affreschi dell’epoca, attribuibili a Baldassarre Peruzzi.

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